La via Adriatica: tra fiumi e lagune

Settembre 2023

L'adriatico, nel suo terminare a nord, fra Venezia e la penisola istriana, oltre il delta del Po, là dove sfociano fiumi dal nome poetico ed evocativo: Stella, Tagliamento, Lemene, Livenza, forma una serie di lagune, barene e valli dove il viandante cammina, o pedala, sospeso tra un mare che non è mare e una terra che non è terra, dove i colori predominanti in assoluto sono il blu del cielo e delle acque: acque dappertutto, ovunque si giri lo sguardo, e il verde, dei prati, delle siepi e dei filari, a volte interrotto dal giallo dei campi coltivati a colza.

Arriviamo a Udine, lunedì 25 settembre, Udine è una bella città pulita e ben tenuta: il Castello, spettacolare belvedere sulla città e le dolomiti friulane, piazza della Libertà, il loggiato del Lionello, le piazze e le vecchie locande dal sapore autentico, tutto qui testimonia l'alta qualità della vita. Ceniamo all'osteria del Canarino, locale "come una volta", tavoli di legno, anziani che giocano a carte e comitive di giovani che si integrano perfettamente nello spirito del locale, ai muri foto autografate di vecchi campioni del calcio: Zico con la maglia dell'Udinese, Causio, Maradona.

Il martedì partiamo in bici da Udine seguendo il tratto finale della ciclovia Alpe Adria che, nel tratto italiano parte da Tarvisio e arriva a Grado. Il percorso è gradevole, prevalentemente su asfalto lungo stradine secondarie a bassa percorrenza; la prima sosta l'avevamo programmata a Palmanova, sito UNESCO, città fortezza costruita dagli ingegneri militari veneziani a forma di perfetta stella a cinque punte, ma da lì siamo fuggiti subito, solo il tempo di bere qualcosa e poi via, inorriditi: un grande luna park installato nella storica e famosa piazza centrale deturpava la vista da qualunque angolatura si volgesse lo sguardo! Ci sarebbe da chiedersi che razza di testa possano mai avere coloro che hanno autorizzato una simile sciocchezza, un tal affronto e spregio di un luogo di così grande interesse e storia...ma è meglio non saperlo, la natura a volte sa essere crudele. Nel primo pomeriggio dopo circa 60 km arriviamo a Marano Lagunare.

Marano Lagunare è un delizioso, antico paesino affacciato sull'omonima laguna, abitato fin dalla notte dei tempi, ma assoggettato alla Repubblica di Venezia per 400 anni. E di Venezia si respira l'atmosfera, che si percepisce ancora nell'aspetto del centro storico, con le sue calli, nel dialetto maranese tipicamente veneziano, nell'economia fondata ancora sulla pesca, oltre che, sull'ormai ineludibile turismo estivo, nella cucina a base di piatti di pesce. Noi soggiorniamo nel piccolo B&B Ae Masanete, molto curato e accogliente.

Il corso principale di Marano
Riserva naturale Valle Canal Novo
le decorazioni della torre millenaria
centro storico
la torre millenaria, la cui prima edificazione risalirebbe al 1066
sulla destra il vecchio stabilimento di lavorazione del tonno Maruzzella ormai chiuso
il ponte sospeso al porto

Il giorno seguente ripartiamo per un lungo itinerario di oltre 80 km che ci porterà, lungo strade bianche, single track, carrarecce sugli argini e stradine sperdute tra immensi spazi e case coloniche abbandonate, a Caorle, seguendo dapprima il corso del fiume Stella fino alla foce, poi costeggiando la laguna di Marano, e poi lungo il canal dei Lovi e il fiume Livenza. Opere di presa, idrovore, argini, terreni faticosamente strappati alle acque, chilometri e chilometri senza vedere nessuno, senza un'auto, finalmente un trattore, poi ancora canali, uccelli, migliaia di uccelli......

percorso gravel dopo Marano
il giallo della Colza si alterna al verde dei campi
bellissimo percorso all'interno del bosco del Turgnano
ponte sul torrente Cormor
il fiume Stella
ponte sul fiume Stella
meraviglioso percorso gravel
chiesetta della Madonna della Neve
il magico laghetto dietro la chiesetta
casolari abbandonati
le foci dello Stella
lungo la laguna di Marano direzione Lignano Sabbiadoro
lungo il canal dei Lovi

un vecchio casone da pesca
"Gli uccelli" di Alfred Hitckock

Arriviamo abbastanza stanchi, il gravel è bello perchè ti porta su piste sconosciute ai più e senz'auto, ma le continue vibrazioni, la polvere e il sole, che riscalda ancora tanto, nonostante il periodo, fanno sì che arriviamo a Caorle con una voglia matta di tuffarci in mare. 
E così dopo aver depositato bici e bagagli presso la Locanda San Marco, B&B una volta hotel, che a definire vintage è un eufemismo, ci fiondiamo nella lunghissima interminabile spiaggia che dalle foci del Livenza arriva alla punta del faro e poi, dopo diversi km, interrotti dalla laguna, arriva fino a Bibbione e poi a Lignano. Il bagno ristoratore pur nelle non proprio limpidissime acque del mare di Caorle, ce lo godiamo un sacco !! 
Caorle è davvero un bel posto, mantiene ancora il vecchio centro storico con le antiche casette dei pescatori, ma tutto totalmente restaurato e ammodernato, la parte periferica è poi costellata da un gran numero di alberghi e hotel di tutte le dimensioni e per molte tasche, anche se con prezzi non proprio popolari. In questo periodo quasi solo stranieri, per lo più tedeschi, tognini come diciamo noi da queste parti, la passeggiata lungo mare dal centro storico alla punta del faro è davvero suggestiva alla luce argentea della luna.

 
il campanile di Caorle

Il programma per il giorno successivo era di tornare a Udine (altri 94 km) su strade secondarie e gravel, ma due forature e l'annessa perdita di tempo per le riparazioni, con la scoperta di un taglio passante nel copertone che pregiudicava la possibilità di fare ulteriori strade ghiaiate, ci ha fatto propendere per arrivare solo fino a Portogruaro e poi prendere il treno per Udine.


Nel percorso di ritorno una bel incontro con due ciclisti di Concordia Saggitaria, un po' più veci de noaltri ma in gambissima (complice il fatto di essere in pensione fanno 10 mila km anno, con tutti i tipi di bici: Mountain Bike, corsa, gravel) Giovanni e "il Presidente" (del club ciclogoliardico Bike and Food!!) che, oltre ad aiutarmi nelle riparazioni, ad offrirci l'aperitivo e uno spuntino con fritto misto, ci hanno accompagnato per una ventina di km, Giovanni addirittura fino alla stazione di Portogruaro (bella cittadina con un centro storico caratterizzato dai mulini sul Lemene, fiume di risorgiva, e localini tipici). 
Gran belle persone!

grazie Giovanni!!

In conclusione un bel giro, bellissimo nel tratto Marano Lagunare - Caorle, un po' impegnativo da pianificare se si vuol evitare le strade trafficate e percorrere quasi esclusivamente strade bianche o strade secondarie a bassa percorrenza, ma questa soluzione ci permette di assaporare pienamente la splendida natura delle lagune, dei fiumi e canali, che, qui in Friuli, corrono ricchi d'acqua. 
L'atmosfera, come del resto nel delta del Po e in altre aree di "confine" è straniante, lo sguardo corre all'infinito su orizzonti vastissimi, ancora qui si può parlare di "altrove".

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